Ogni anno milioni di donne subiscono stalking per aver provato a lasciare il proprio compagno o marito.
Ogni giorno migliaia di donne subiscono una violenza per mano del proprio compagno o marito.
Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), introdotto con il D.L. 23 febbraio 2009, n. 11 (Decreto Maroni).
Lo “stalking” consiste in un insieme di condotte, lesive e continuative nel tempo, messe in atto da un individuo ai danni di una vittima al fine di controllarla limitandone la libertà.
I comportamenti persecutori possono essere :
– DIRETTI (telefonate, sms, mail, minacce, ingiurie, inseguimenti o aggressioni fisiche, ecc.)
– INDIRETTI (appostamenti, danneggiamenti, calunnie,invio di regali indesiderati, ecc.)
Lo stalker, può essere una persona nota a chi subisce atti persecutori oppure sconosciuta, ma nella maggior parte dei casi si tratta di un ex partner; sono soprattutto le donne ad esserne vittime, ma non di rado anche gli uomini.
Tali situazioni comportano il sorgere nella vittima di stati di paura ed ansia portandola a vivere in un continua condizione di allerta, di timore per la propria incolumità e per quella delle persone a lei più vicine.
Di conseguenza, è spesso costretta a modificare, a volte a stravolgere le proprie abitudini (non uscire sola, cambiare il numero del cellulare, i tratti di strada solitamente percorsi, orari e organizzazione del tempo libero).